Il poeta dice al suo amico Pandolfo Malatesta, il signore di Rimini, che poiché è cresciuta la sua virtù, vuole scrivere qualcosa perché cresca la sua fama. Le lettere fanno vivere una persona più del marmo scolpito. I generali romani Cesare, Marcello, Paolo, e Scipione non sono famosi per le sculture che li hanno raffigurati. Solo la poesia rende immortali.