Paraphrase

Poem Number: 
325
1Non posso smetter di cantarla, ma temo
che le mie parole suscitino un effetto contrario
a quello che il cuore vorrebbe, che cerca di
rendere amore alla sua dama, che ci ascolta dal cielo,
Come posso, se non mi guidi, Amore
rappresentare degnamente con un linguaggio mortale
il frutto di una tale creazione divina, e i pregi
che una profonda umiltà nasconde in se stessa?
Quella nobile anima era da poco prigioniera
del bel corpo, del quale ora si è liberata,
quando mi accorsi per la prima volta di lei:
e allora corsi subito
a raccogliere i fiori nei prati attorno
essendo nella primavera di quell’anno e della mia vita,
sperando, così adornato, di piacerle.
2Pelle chiara come alabastro, capelli biondi,
denti candidi, e occhi splendidi come zaffiri,
che, suscitarono nel mio cuore
il primo sospiro, e saranno causa dell’ultimo:
da quegli occhi partirono i mortali e caldi
e trionfali messaggi d’amore,
pensando ai quali ancora tremo di sgomento
come fosse ora.
Al centro della mia speranza si intuiva un
cuore solido come il diamante e perfettamente formato,
dove era custodita una nobile anima indomabile:
nel suo viso, l’espressione candida e sincera
lasciava intravedere ogni singolo pensiero,
ed emanava un tale splendore,
che spesso mi rendeva felice e spesso triste.
3E mi sentii raggiunto da quelle armi infuocate
e da quella fulgida immagine di gloria
là dove il pianto è, sempre fresco e sempre si rinnova,
contro cui in battaglia
nulla possono Giove e Apollo e Polifemo e Marte;
e non potendomi difendere,
mi lasciai trasportare prigioniero
là da dove ora non saprei come uscire.
Dunque, come colui che soffre
e contemporaneamente è avvinto da qualcosa che lo attrae,
così cominciai a contemplare così intensamente colei che mi tiene prigioniero,
standosene al balcone,
e che finche visse fu unica al mondo,
che mi scordai di me stesso e del mio dolore.
4Io ero in terra, e credevo di essere in paradiso,
tralasciando tranquillamente ogni altra occupazione,
e mi sentivo impietrire e mi riempivo di stupore
quando la Fortuna, pronta e sicura nelle sue azioni,
vecchia quanto il mondo, ma sempre molto attiva,
vedendomi così concentrato
a contemplarla disse:
“ Lasciati consigliare da me,
che io ho più potere di quanto tu creda;
e, più veloce del vento, in un attimo
so rendere gli uomini tristi o felici,
e governo e rivolgo tutto quello che vedi al mondo.
Continua pure a tenere gli occhi fissi come un’aquila su di lei:
ma ascolta queste mie parole.
5Il giorno in cui nacque, le stelle
che producono benefici e influssi su voi mortali
si trovavano nel cielo in posizione dominante,
e in felice congiunzione fra loro:
Venere e Giove in aspetto favorevole
occupavano le parti del cielo più elevate e vantaggiose,
e le stelle e i pianeti degli influssi maligni
erano quasi scomparsi dal cielo.
Il sole non sorse mai così splendente:
l’aria e la terra si rallegravano, e le acque
del mare e dei fiumi erano calme.
Fra tanti astri favorevoli,
c’era solo una nube all’orizzonte:
che minacciava di sciogliersi in pianto
se Pietà non avesse altrimenti volto il cielo.
6Appena lei arrivò in questa vita terrena,
che in verità non era degna di lei,
creatura straordinaria a vedersi,
già santa e dolce ancora giovanissima,
sembrava una candida perla incastonata in oro puro;
e ancora a carponi, o con passo incerto,
rendeva verde il legno, limpida l’acqua, morbida la terra o la roccia,
e fresca e rigogliosa l’erba calpestandola con i suoi piedi,
e faceva fiorire i prati con il suo sguardo,
e calmare il vento e dissolversi la tempesta
con le parole ancora incerte e balbettanti
di chi ancora si sta sforzando:
mostrando al mondo sordo e cieco
quanta gloria celeste fosse in lei.
7Poi quando, crescendo nell’età e nella virtù,
giunse nel fiore degli anni,
credo che il sole non abbia mai visto
tanta grazia e tanta bellezza:
gli occhi carichi di dolcezza e di onestà,
e il parlare pieno di armonia e saggezza.
Nessuna lingua sarebbe in grado di scrivere
le sue doti che solo tu puoi capire.
Il suo volto risplende di una luce così accesa,
che non possiamo fissare su di lei il nostro sguardo;
e l’ammirazione per il suo bel corpo
colma a tal punto il cuore di emozione
che nessun altro arse più dolcemente di passione:
ma credo che la sua improvvisa partenza
renderà presto amara la tua vita.
8Ciò detto, tornò al suo moto
senza sosta, con il quale tesse le nostre vite,
triste e infallibile indovina delle mie sciagure:
perché, canzone mia, dopo non molti anni,
la Morte crudele e ingiusta, si portò via
colei per la quale ora vorrei morire
e non avrebbe potuto uccidere un corpo più bello.
Language: 
Italian
Base Text: 
Contini

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