Paraphrase

Poem Number: 
264
1Io penso sempre, e pensando sono preso
da una compassione per me stesso così forte
che spesso sono indotto al pianto
anche se non lo voglio:
perché, vedendo avvicinarsi la fine,
ho chiesto a Dio già mille volte
che mi conceda la forza
necessaria a liberare l’anima dal nostro
corpo mortale ed elevarla al cielo.
Ma finora a nulla sono valsi
i miei sospiri, le mie preghiere e il mio pianto:
e così è giusto che sia,
perché chi, pur potendo reggersi in piedi, è caduto nel suo percorso
merita, suo malgrado, di rimanere a terra.
Vedo che le pietose braccia di Cristo,
in cui confido, sono ancora aperte,
ma mi angoscia il timore
nel vedere gli errori altrui, e temo per la mia condizione,
perché altre cose mi incalzano, e sono allo stremo delle forze.
2Un pensiero mi viene in mente, e dice:
“Che cosa vuoi ancora? Da chi ti aspetti aiuto?
Misera mente, non ti accorgi
quanto poco onorevolmente stai spendendo il tuo tempo?
Deciditi ad essere saggia;
e strappa dal tuo cuore ogni forma
di piacere che non potrà mai
renderti felice, e non ti lascia vivere.
Se già da tempo sei contrariata e stanca
di quella falsa, fuggevole dolcezza
che il mondo ingrato concede ad altri,
perché riponi ancora fiducia in lei,
che non ti da pace né stabilità?
Finché sei ancora vivo,
tu hai il controllo dei tuoi pensieri:
stringilo, dunque, ora che ancora puoi,
perché è pericoloso indugiare,
e non sarà mai troppo presto per cominciare.
3Sai bene quanta dolcezza
infuse nei tuoi occhi la visione di colei
che vorrei persino,
per nostra pace, non fosse ancora nata.
Ti ricordi bene, e te lo devi ricordare,
quando la sua immagine
entrò nel tuo cuore, là dove forse
nessuna altra donna avrebbe potuto entrare:
ella accese il tuo cuore; e se l’illusoria passione
durò molti anni, nell’attesa del giorno
che per nostra fortuna non venne mai,
rivolgiti a più elevate speranze
guardando l’armonia del cielo
che eternamente ti circonda con la sua perfezione:
perché se quaggiù un semplice sguardo,
qualche parola o un canto di donna
hanno il potere di appagare il vostro desiderio,
rivelandosi poi un danno per voi
e se il piacere è così grande, quanto sarà quello
che si trova in cielo?
4Ma dall’altra parte un pensiero dolce e aspro,
con il suo peso faticoso e gradito
impadronendosi dell’anima,
colma il cuore di desiderio, lo nutre di speranza;
che solo per sete di nobile fama
non vede quando ho freddo, o quando ho caldo;
se sono debole o patito;
e se cerco di soffocarlo ritorna più forte di prima.
Questo pensiero dal giorno in cui ero ancora in fasce
è cresciuto costantemente dentro di me,
e credo che mi accompagnerà tutta la vita.
Quando l’anima si sarà separata dal corpo,
questo desiderio non potrà seguirla;
ma se anche il mio nome dopo la morte
fosse celebrato in latino e in greco non avrebbe alcun valore:
perciò, poiché temo
di raccogliere beni che in un solo attimo (con la morte) si disperdono,
vorrei dedicarmi alla verità, trascurando l’apparenza.
5Ma l'altra mia passione di cui ho colmo il cuore
sembra soffocare tutte le altre;
e mentre dedico i miei versi a Laura
dimenticandomi di me stesso, il tempo fugge;
e la luce dei begli occhi che mi tormenta
dolcemente al suo tiepido splendore,
mi tiene in suo potere
contro cui nessuna ragione o volontà può salvarmi.
A cosa serve dunque che io curi
la mia piccola barca, se essa è trattenuta tra gli scogli
da due corde così strette?
Tu, o mio Signore, che mi liberi
da tutti gli altri peccati del mondo,
perché non mi togli anche questo disonore?
Perché, come chi vaneggia nel sonno
mi sembra di vedere la morte;
e vorrei difendermi ma non ne ho i mezzi.
6Vedo bene cosa sto facendo, e non mi scusa
l’ignoranza, anzi è Amore che mi spinge,
che non permette mai, se lo si ascolta troppo,
che si scelga l’onore;
e sento spesso nascere nel mio cuore
un leggero sdegno amaro e pungente
che fa trasparire nel volto ogni mio pensiero
così che gli altri lo possono vedere:
perché amare una creatura terrena
con tanto amore quanto solo a Dio spetterebbe,
è più disdicevole per chi aspira alla virtù.
E questo sdegno richiama con forza
la ragione sviata dai sensi;
ma benché essa lo senta, e cerchi di riprendersi,
la cattiva abitudine lo sospinge,
presenta agli occhi l’immagine
di colei che nacque solo per farmi morire,
perché piacque troppo a me e a se stessa.
7Né so quanto tempo mi sia stato concesso dal cielo
quando venni in terra
a combattere quella guerra
che osai ordire contro me stesso;
né posso prevedere il giorno della mia morte
a causa dei limiti della conoscenza umana;
ma mi accorgo che sto invecchiando
e che ogni desiderio sta cambiando dentro di me.
Ora che vedo vicina, o non molto
lontana, la mia fine,
come chi è reso saggio dai propri errori,
mi rivolgo a pensare al momento in cui abbandonai la retta via,
che conduce a buon porto:
e da una parte la vergogna e
il pentimento mi spingono a tornare indietro;
dall’altra il desiderio, che l’abitudine
ha reso così forte da ardire di scendere a patti con la morte,
non mi lascia libero.
8Canzone, sono a questo punto, e dalla paura
ho il cuore più gelido della neve,
sentendomi morire senza ombra di dubbio:
perché, nell’incertezza della scelta, ormai
ho aggrovigliato gran parte del breve filo della mia vita;
né peso fu più gravoso
di quello che sto portando in questa condizione:
perché con la morte affianco
cerco di regolare la mia vita
e vedo ciò che è meglio, e scelgo il peggio.
Language: 
Italian
Base Text: 
Contini

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