Paraphrase

Poem Number: 
72
1Mia donna gentile, scorgo nel vostro sguardo
un dolce lume
che mi mostra la via del cielo;
e, per lunga consuetudine,
riconosco, là dove solo io e Amore abitiamo (negli occhi),
l’immagine del vostro cuore.
Questa è la visione che mi induce ad agire rettamente,
e che mi guida verso il Paradiso;
essa sola mi allontana dal volgo.
Lingua mortale
non potrebbe descrivere quello che le due divine
luci mi fanno sentire,
sia quando l’inverno copre di brina la terra,
sia quando la natura si risveglia,
come al tempo del mio innamoramento.
2E penso: se lassù (in Paradiso),
da cui il Primo Motore delle stelle (Dio)
si degnò di mostrare a noi mortali parte della sua opera,
ci sono cose altrettanto belle,
si apra la prigione (il corpo), in cui sono rinchiuso,
e mi preclude la via che porta al cielo.
Poi ritorno ai miei tormenti,
ringraziando la Natura e il giorno che nacqui,
che mi hanno concesso un tale privilegio,
e colei che elevò il mio cuore
a tanta speranza: perché fino ad allora
ero stato tedioso e sgradevole a me stesso,
da quel giorno ebbi stima di me,
colmando di un pensiero elevato e sublime
quel cuore di cui begli occhi posseggono la chiave.
3Né Amore, né la volubile Fortuna
concessero mai un tale stato gioioso
a chi amarono di più al mondo,
che io non fossi disposto a scambiare
con un solo suo sguardo, da cui nasce la mia pace,
come ogni albero dalle sue radici.
O mobili scintille, celestiali, fonte
della mia beatitudine, da cui nasce la passione
che mi distrugge e consuma:
come si spegne
ogni altro lume dove il vostro risplende,
così nel mio cuore,
quando in lui scende tanta dolcezza,
ogni altra cosa, ogni pensiero si dissolve,
e con voi rimane solo Amore.
4Tutta la dolcezza mai finora
provata dal cuore di fortunati amanti, anche
raccolta in un solo luogo, è nulla,
quando voi (occhi) talvolta
dolcemente rivolgete a me
lo sguardo in cui Amore si diletta;
e credo che il Cielo, fin dalla mia nascita,
con questo dono abbia voluto trovare rimedio
alla mia imperfezione e alle mie avversità.
Mi fanno torto il velo
e la mano che così spesso si fanno schermo
tra il mio sommo piacere (gli occhi di Laura)
e i miei occhi, da cui giorno e notte trabocca
(in pianto), per dare sfogo al mio cuore, il desiderio
che prende forma dal suo aspetto.
5Poiché vedo, e me ne dispiaccio,
che le mie doti naturali non bastano,
e non sono tali da farmi meritare uno sguardo così prezioso,
mi sforzo di essere degno
di un tale privilegio
e dell’amore che arde in me.
Se, naturalmente disposto al bene e avverso al male,
io, con assiduo impegno, posso arrivare
a disprezzare tutto ciò che il mondo più desidera,
tale merito potrebbe forse favorirmi
nel suo benevolo giudizio.
Certo, la fine delle mie sofferenze,
che il cuore non invoca da altra parte,
può giungere solo dai begli occhi finalmente innamorati,
cosa cui aspira ogni amante cortese.
6O Canzone, una sorella ti precede di poco,
e sento che l’altra si appresta al medesimo luogo,
per cui ho ancora molto da scrivere.
Language: 
Italian
Base Text: 
Contini

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