Petrarca e il paragone

Poem Number: 
78
Poem Language: 
Italian
Category: 
Art

Il dibattito su quale fra le arti rappresentative, poesia o pittura, era superiore ad esprimere e cristallizzare la bellezza ideale, ha raggiunto il suo colmo dialettico nel Rinascimento. Proponenti della pittura, come Leon Battista Alberti e Leonardo da Vinci, hanno scritto trattati retorici prolissi sul soggetto, esultando l'immediatezza dell'esperienza visiva, mentre difensori della poesia critiicavano la superficialità dell'immagine figurativa come esente di interiorità, cioè di una vera anima. Già ai tempi di Petrarca, si vedevano tracce di questo problema nella ricerca della rappresentazione ideale dell'oggetto, ed è particolarmente evvidente nei sonetti dedicati al ritratto di Simone Martini. In 77, il poeta loda la virtù iconica del ritratto che, essendo fatto in Paradiso, è riuscito a comunicare la vera identità della donna, cioè la bellezza dell'anima che il velo del corpo umano normalmente nasconde dagli occhi umani. In 78, però, il poeta rivela l'illusione del ritratto, a cui manca la voce vivificante. Sembra che il poeta a questo punto stia procedendo prevedibilmente in favore della propria arte nel paragone fra poesia e pittura. Ma neanche Petrarca riesce a dare nè voce nè rappresentazione alla donna amata nelCanzoniere, un tema fondamentale che risiede alla base della sua poetica. Questa coppia di sonetti in cui Petrarca sembra indaginare sui meriti o limiti delle arti figurative, ha sottointeso una rinuncia a tutte e due le arti, che sono entrambe fondamentalmente inadeguate a rappresentare la bellezza ideale, cioè l'interiorità del soggetto, perchè rimangono invece essenzialmente limitate dall'interiorità dell'artista proprio.

University of Oregon

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