Francesco descrive Laura come un’anima santa in cui erano unite due forze opposte, la Bellezza fisica e la Castità. Adesso, con la sua morte, queste “nemiche” sono separate: l’una è celebrata in cielo, l’altra sotterrata e oscurata. Soffre ancora della memoria del suo dolce sguardo perché costretto a rimanere sulla terra, e pensa che almeno potrà celebrarla con la sua poesia.