Paraphrase

Poem Number: 
354
1Soccorri il mio ingegno, Amore, oppresso da tanto dolore,
e lo stile stanco e fragile,
per l’infinito cantare colei
che ora è cittadina immortale del regno celeste;
2dammi la facoltà, o signore, di giungere con i miei versi
al sommo della sua lode, dove non può elevarsi con le sue forze,
se è vero che tanta virtù e bellezza
non si videro mai al mondo, che non fu degno di lei.
3E Amore risponde: “Tutte le doti che il cielo ed io possiamo elargire,
e i saggi consigli, e le oneste parole,
tutto ciò era in lei, e di tutto ciò la Morte ci ha privato.
4Una bellezza simile non si era mai vista
dalla creazione di Adamo: e questo basti,
io lo dico piangendo e tu lo scrivi.
Language: 
Italian
Base Text: 
Contini

University of Oregon

National Endowment for the Humanities logo