Paraphrase

Poem Number: 
128
1Italia mia, benché le parole non possano
sanare le ferite
che vedo così numerose sul tuo corpo,
mi piace pensare che i miei sospiri siano
come sperano il Tevere e l’Arno,
e il Po, presso cui mi trovo addolorato e pensoso.
O Signore che reggi il cielo, io chiedo
che la pietà che ti condusse sulla terra
ti volga al tuo caro nobile paese.
Guarda, generoso Signore,
per quali futili ragioni si conduce una guerra così spietata;
e tu, Padre, apri e intenerisci e sciogli
i cuori che Marte superbo e fiero,
indurisce e comprime;
fai che la tua verità, attraverso le mie parole,
per quanto poco io valga, possa giungere a loro.
2Voi, signori italiani, nelle cui mani la Fortuna
ha posto il governo
delle belle regioni d’Italia,
delle quali non sembrate avere nessuna compassione,
che fanno qui tante spade straniere?
Perché i verdi prati d’Italia
sono macchiati di sangue barbaro?
Un’inutile idea vi lusinga:
siete miopi, e pensate di vedere lontano,
perché cercate dedizione e fedeltà in un animo venale.
Chi possiede più armati
è più circondato da nemici.
Quale orda proveniente
da esotici deserti,
per devastare le nostre terre!
Se avete fatto tutto ciò
con le vostre mani, chi ci potrà salvare?
3La Natura seppe provvedere alla nostra condizione,
quando pose le Alpi a fare da schermo
all’aggressività germanica;
ma la cieca cupidigia, incapace di riconoscere il vero bene,
si è così ingegnata
che ha infettato il corpo sano d’Italia.
Ora nella stessa gabbia convivono
belve selvagge e greggi mansuete,
così che sempre il migliore soccombe;
e per di più questo proviene da quel popolo senza legge,
al quale, come scrivono gli storici,
Mario inflisse una cocente sconfitta,
di cui ancora non si è persa memoria,
quando assetato e stanco
bevve dal fiume più sangue che acqua.
4Per non parlare di Cesare
che coprì l’erba di sangue romano
ovunque guidò l’esercito.
Ora sembra, non so per quale maligno influsso,
che il cielo ci abbia in odio:
grazie a voi, cui fu concesso così alto incarico.
Le vostre discordie
distruggono la parte più bella del mondo.
Quale colpa, quale giudizio divino o quale destino
vi spinge a infastidire il vicino meno potente
e a infierire sui suoi beni già dispersi,
e ad assoldare gente fuori d’Italia
e permettere che sparga sangue e venda l’anima per denaro?
Io parlo per dire la verità,
non per odio o disprezzo nei confronti di qualcuno.
5E non vi accorgete per quante siano le prove
dell’inganno dei barbari
che alzano il dito fingendo la resa e scherzando con la morte?
Il disonore, a mio parere, è peggiore del danno;
ma il vostro sangue scorre
più copiosamente, perché ben altri
sentimenti di odio vi spingono a combattere.
Dall’alba alle nove del mattino
pensate alla vostra situazione, e anche in così poco tempo
vi apparirà chiaro quanta stima può avere degli altri
chi ha così poco rispetto di sé.
Nobile stirpe latina
liberati da questa dannosa schiavitù;
non inchinarti di fronte a una fama
così effimera:
perché se l’ira dei barbari, gente incolta,
ci supera nell’intelligenza, la colpa è nostra e non è cosa naturale.
6Non è questa la terra dove nacqui?
Non è questa la casa
dove fui allevato così amorevolmente?
Non è questa la patria su cui confido,
madre dolce e pietosa,
in cui riposano entrambi i miei genitori?
In nome di Dio, questo almeno
vi commuova, e abbiate pietà delle lacrime
del popolo sofferente
che solo da voi, dopo Dio, aspetta la pace;
e solo che voi mostriate
qualche segno di pietà,
la virtù si armerà
contro il furore, e la battaglia avrà fine:
perché l’antico valore
nel cuore degli Italici non è ancora morto.
7Signori, guardate come il tempo scorre veloce,
e la vita fugge,
e la morte ci incalza.
Ora siete qui; pensate alla vostra partenza:
perché l’anima sola senza il corpo
deve arrivare a quel fatale trapasso.
Nel lasciate questa valle
abbiate la forza di abbandonare l’odio e lo sdegno,
passioni contrarie alla vita serena;
e il tempo che spendereste nel fare male agli altri
impegnatelo in qualche opera più degna
o manuale o intellettuale,
in qualche azione lodevole,
in qualche applicazione onorevole:
in questo modo si può essere felici sulla terra
e trovare aperta la strada per il cielo.
8Canzone, io ti esorto
a dire gentilmente le tue ragioni,
perché dovrai andare fra gente altera,
e gli animi sono già segnati
dalla consuetudine all’adulazione
che è sempre nemica della verità.
Dovrai avventurarti fra i pochi magnanimi
cui piace il bene.
Di’ loro: - Chi mi protegge?
Io grido: Pace, pace, pace -.
Language: 
Italian
Base Text: 
Contini

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