Paraphrase

Poem Number: 
73
1Poiché per mio destino
l’intensità del desiderio che mi spinge sempre a sospirare
mi impone di continuare a scrivere,
Amore, che a ciò mi invoglia,
sia almeno la mia guida, e mi indichi il cammino (della poesia),
e adegui le mie rime al mio desiderio:
ma non in modo che il cuore si strugga
per eccessiva dolcezza, come temo,
a giudicare da quello che sento dentro di me;
perché il parlare mi stimola e mi ferisce,
né, per quanto la mia mente si sforzi, e ciò mi spaventa molto,
come a volte è successo,
la mia passione si stempera,
anzi mi sciolgo al suono stesso delle mie parole,
come un fantoccio di ghiaccio al sole.
2All’inizio credevo di trovare
nelle parole un qualche sollievo
e un po’ di tregua al mio ardente desiderio.
Questa speranza mi porta all’ardire
di poter riflettere su ciò che sento:
ma al momento giusto mi abbandona e si allontana.
E’ comunque necessario ritornare all’alta impresa,
continuando il mio canto d’amore,
tale è la forza della mia volontà;
e la ragione, che a volte la teneva a freno, ora è impotente.
Amore mi insegni le parole
in modo che se i miei versi dovessero giungere alla mia dolce nemica
ella abbia almeno pietà di me.
3Io dico: se è vero che nell’età antica
in cui gli uomini erano più interessati al vero onore,
alcuni uomini operosi andarono
per paesi lontani,
oltrepassando monti e mari, e indagarono su cose importanti,
cogliendo il meglio delle conoscenze,
avendo voluto Dio, la Natura ed Amore
collocare interamente ogni virtù
in quei begli occhi, che sono la gioia della mia vita,
non è più necessario che io passi questo o quel fiume
e vada peregrinando in terre lontane.
Ritorno sempre a loro (i begli occhi),
come alla fonte della mia salvezza,
e, quando desidero morire,
solo la loro vista mi soccorre.
4Come il nocchiere, stanco per l’infuriare dei venti,
di notte alza lo sguardo alle due Costellazioni (dell’Orsa)
sempre visibili nel nostro cielo (emisfero settentrionale),
così nella tempesta d’Amore in cui mi batto,
quei due occhi lucenti sono la mia guida e il mio conforto.
O me infelice, è ben più grande il piacere
che ricavo furtivamente, qui e là, come indica Amore,
di quello che mi viene concesso spontaneamente;
e l’averli io sempre in mente
mi ha ridotto quel poco che sono.
Da quando li vidi la prima volta
senza di loro non ho più fatto niente di buono:
ho concesso loro un tale potere su di me
che il mio valore è in sé ben poca cosa.
5Io non potrei mai
rappresentare, né descrivere l’effetto
che quegli occhi soavi provocano nel mio cuore:
tutti gli altri piaceri della vita
mi sembrano inferiori
e tutte le altre bellezze rimangono indietro.
Il loro sorriso che innamora
esprime un senso di pace assoluta,
simile a quella della vita eterna.
Potessi io vedere da vicino,
anche solo per un giorno,
come Amore li muove,
e le sfere celesti restassero immobili,
e questo senza curarmi né di altri né di me stesso,
e le mie palpebre cessassero di battere!
6Misero me, che continuo
a desiderare l’impossibile,
e vivo di questo desiderio senza speranza.
Se solo Amore sciogliesse quel nodo
che mi impedisce di parlare, quando
l’eccessivo splendore (degli occhi) abbaglia la vista,
io riprenderei coraggio
e direi parole così mirabili
che farebbero piangere chi le ascolta.
Ma le ferite impresse nel mio cuore
mi distolgono da ciò che vorrei dire,
per cui giaccio tramortito,
e il sangue si nasconde, non so dove,
non sono più quello che ero; e ho capito
che questo è il colpo mortale
che Amore mi ha inferto.
7Canzone, sento che la penna è stanca
del mio lungo e dolce dialogare con lei,
ma non lo sono i miei pensieri.
Language: 
Italian
Base Text: 
Contini

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