Paraphrase

Poem Number: 
22
1Ad ogni essere vivente sulla terra,
ad eccezione degli animali notturni,
è assegnato tanto tempo per soffrire quanto lungo è il giorno;
ma quando si fa notte alcuni tornano a casa,
altri si rifugiano fra gli alberi
per riposare almeno fino all’alba.
2E io, da quando l’alba
dissipa l’ombra attorno alla terra
svegliando gli animali del bosco,
non smetto di soffrire finché dura la luce del sole;
ma quando vedo brillare le stelle
rimpiango il giorno.
3Quando poi sopraggiunge la sera,
e ai nostri antipodi sorge il sole,
contemplo pensoso le stelle crudeli,
che mi hanno voluto essere vivente anziché inanimato:
e maledico il giorno in cui nacqui
che mi fa apparire un selvaggio.
4Non credo si sia mai aggirato nei boschi,
né di notte né di giorno, animale così feroce
come colei (Laura) che io piango notte e giorno;
senza cessare il pianto né nelle prime né nelle ultime ore della notte:
poiché, anche se io sono un mortale,
il mio costante desiderio proviene dalle stelle.
5O stelle lucenti, se prima di morire
o di tornare nei boschi in cui dimorano le anime dei morti per amore,
lasciando che il mio corpo divenga polvere,
potessi vedere in lei (Laura) un segno di pietà,
sarei in un solo giorno
compensato di anni di tormento, e in una sola notte mi sentirei felice.
6Potessi io stare con lei da quando tramonta il sole,
e non si vedono che le stelle,
solo per una notte, senza che mai giunga l’alba;
se solo lei (Laura come Dafne nelle Metamorfosi di Ovidio)
non si trasformasse in alloro per sfuggirmi,
come quando Apollo la inseguì qui sulla terra.
7Ma io sarò già morto
e si vedranno brillare le stelle in pieno sole
prima che giunga un giorno tanto felice.
Language: 
Italian
Base Text: 
Contini

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