Simone Martini, Giotto e la concettualizzazione dello spazio visionario in Petrarca

Poem Number: 
77
Poem Language: 
Italian
Category: 
Art

È ben documentato che Petrarca aveva nella sua collezione d'arte personale, oltre al ritratto di Laura che il poeta ha commissionato a Simone Martini, una piccola pittura della Vergine eseguita dal grande artista proto-rinascimentale, Giotto di Bondone. Le differenze stilistiche fra questi due artisti sono notevoli, ed è inoltre interessante che Petrarca rivela nel Rerum familiarum libri, la sua preferenza per lo stile del Martini. Mentre Giotto iniziava una rottura definitiva con il passato e con lo stile gotico-bizantino che dominava la produzione artistica fino alla fine del duecento, Simone Martini e la scuola senese rimanevano invece più fedeli allo stile anti-naturalistico dell'arte medievale, che era molto legata alla tradizione iconica. Le figure molto attenuate e stilizzate di Martini, che occupano spazi piatti, dorati ed enigmatici, assomigliano molto alle icone medievali, non solo nelle caratteristiche stilistiche delle figure, ma anche nell'aspetto spirituale e trascendente che infonde la superficie e ispira la meditazione al divino. Nelle opere di Martini, l'ambiguità e la bidimensionalità dello spazio in cui le figure agiscono, trasporta il penitente al di là della sfera terrestre (la terza dimensione, cioè, diventa quella spirituale), mentre in Giotto, lo sfondo naturalistico e tridimensionale lega lo spettatore all'esperienza umana, e all'umanità di Cristo in particolare. Se si paragona La scoperta di Cristo nel tempio di Martini (di sotto) con La lamentazione di Giotto (di sopra), entrambi episodi dalla vita e dalla passione di Cristo, si notano subito le differenze estetiche e concettuali delle figure e dello spazio in cui gli avvenimenti si svolgono. Nel Martini, la santa famiglia è raffigurata davanti ad uno spazio vuoto, illimitato, che oltrepassa la mondanità della scena, delineando uno spazio separato da quello umano, e ispirando la contemplazione sconfinata. Contrariamente, lo sfondo giottesco è molto rappresentativo della terra, con una roccia monumentale che fortemente divide la composizione fra il cielo e la terra, ancorando lo spettatore visualmente al mondo terreno. Inoltre, in Giotto, è molto rinforzato il concetto dell'umanità, non solo quella del Cristo morto disteso per terra, ma anche quella di tutti coloro che lo circondano e che dimostrano, nel loro affanno, forti espressioni di emozioni umane. Tutti gli aspetti composizionali suggeriscono un movimento in basso, verso la terra, dal peso del corpo di Cristo al volo degli angeli in cima. 

University of Oregon

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